Come si decaffeina il caffè? Esistono in realtà più modi di ottenere dei chicchi di caffè decaffeinato. Quelli più largamente impiegati sono il processo a solvente diretto, il processo a solvente indiretto, il metodo ad acqua svizzero e il metodo ad anidride carbonica. I primi due, che rappresentano il 70% di questa lavorazione, si servono di un solvente chimico per ridurre la caffeina presente. Il processo a solvente diretto prevede il trattamento a vapore dei chicchi di caffè per aprirne i pori e la loro immersione in un solvente che scioglie la caffeina, che viene in seguito sciacquata. Nel metodo a solvente indiretto, al contrario, il solvente non entra in contatto con i chicchi.
Per prima cosa, questi vengono immersi nell’acqua calda per rimuovere la caffeina; l’acqua di ammollo dei chicchi viene poi trattata con il solvente al fine di rimuovere la caffeina restante. A questo punto, i chicchi reintegrano la soluzione in modo da assorbirne il sapore e gli olii.
Il metodo ad acqua svizzero è molto popolare negli Stati Uniti e si rivela piuttosto simile al metodo a solvente indiretto; diversamente da esso, tuttavia, non impiega sostanze chimiche e fa uso di diversi filtri. Inventato negli anni Settanta e ancora largamente utilizzato oggi, il processo ad anidride carbonica è generalmente applicato alle bevande gassate, a quelle energetiche e a molti altri prodotti.
Va osservato che sia il metodo ad acqua svizzero che quello ad anidride carbonica sono processi naturali che non prevedono l’utilizzo di alcun solvente chimico. La tostatura dei chicchi decaffeinati è invece un processo estremamente complesso, perché i chicchi possono diventare più difficili da controllare dopo la lavorazione e vi è la possibilità che reagiscano in modo inaspettato durante questa operazione.